Una delle condizioni più comuni per chi soffre di acufene è la convinzione di essere affetto da una rara ed incomprensibile patologia dell’orecchio e ciò è dovuto principalmente alla dimensione soggettiva del disturbo e allo stress emotivo che lo stesso genera. Questo induce i pazienti a una drammatizzazione psicologica del problema stesso, poiché si alimenta un’ansia e uno stato di esasperazione dovuto alla costante percezione di un sottofondo rumoroso impossibile da far cessare. In realtà, l’acufene, in quanto sintomo, rappresenta l’avvisaglia di uno squilibrio biologico dell’organismo non sempre è riconducibile a una disfunzione del sistema uditivo. Vi sono infatti delle alterazioni o anomalie del processo temporo-mandibolare che possono originare l’acufene e che sono frequenti, anche se troppo spesso sottovalutate. Esistono infatti delle connessioni funzionali tra i muscoli della mandibola e l’attività del muscolo tensore del timpano, tali per cui un anomalo funzionamento dell’articolazione mandibolare potrebbe estendere la tensione muscolare sino all’orecchio, generando così il sintomo dell’acufene. Questa situazione potrebbe causare anche una forma di instabilità motoria seguita da nausea, cefalea e vomito. Questi ultimi disturbi possono in alcuni casi essere ricondotti erroneamente alla sindrome di Ménière. Sintomi come il ronzio o fischio all’orecchio possono essere causati dalla perdita dei denti o dalla loro inclinazione, dal masticare da un lato della bocca o dal bruxismo (digrignare i denti la notte). Una volta esclusa la causa neurologica dell’acufene, è bene far valutare la situazione da un odontoiatra specializzato in gnatologia (una branca che si occupa dei sintomi legati alla funzione masticatoria). Questi, attraverso una serie specifica di esami, potrà capire se il disturbo uditivo, in questo caso di carattere somatosensoriale, sia riconducibile a un mal funzionamento, ad una instabilità mandibolare, o se è determinato da una riabilitazione occlusale effettuata in maniera errata e potrà intervenire con cure mirate, coadiuvato dalle indicazioni di un audiologo. Poiché il sintomo dell’acufene tende a cronicizzarsi, per effetto di un meccanismo centrale di automantenimento, è fondamentale appurarne il prima possibile le cause.
Dr. Pagnotta Giorgio
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